Ñèíòàêñè÷åñêèå è ôóíêöèîíàëüíî-ñåìàíòè÷åñêèå îñîáåííîñòè óïîòðåáëåíèÿ óñëîâíîãî íàêëîíåíèÿ â èòàëüÿíñêîì ÿçûêå
contenuti delle due proposizioni:
(70) a. Se la situazione nel Golfo Persico è critica, quella dei campi
profughi di Gaza non è certo allegra.
b. *Se la situazione nel Golfo Persico fosse critica, quella dei campi
profughi di Gaza non sarebbe certo allegra.
c. "Se la situazione nel Golfo Persico fosse stata critica, quella dei
campi profughi di Gaza non sarebbe stata certo allegra.
Come nei «bi-negativi», anche in questo tipo di costrutti non esiste
necessariamente un rapporto di «condizione-conseguenza» fra i contenuti
proposizionali di protasi ed apodosi; in genere si instaura un rapporto di
semplice correlazione o collegamento, come in (70a), o un rapporto che può
essere interpretato come causale, o avversativo, o concessivo, come si vede
dagli esempi in (71) e dalle loro parafrasi esplicitamente causali,
avversative, e concessive, in (72):
(71) a. Se è nevicato già in ottobre, avete avuto un inverno
freddissimo.
b. Se Ugo era adirato, Maria era tranquilla.
c. Se il parere del Fondo Monetario Internazionale sull'economia del nostro
paese è stato positivo, non dobbiamo dimenticare la ripresa
dell'inflazione.
(72) a. Poiché è nevicato già in ottobre, avete avuto un inverno
freddissimo.
b. Ugo era adirato, ma Maria era tranquilla.
c. Sebbene il parere del Fondo Monetario Internazionale sull'economia del
nostro paese sia stato positivo, non dobbiamo dimenticare la ripresa
dell'inflazione.
Protasi ed apodosi dei costrutti «bi-affermativi» possono essere
«rinforzate» da elementi che sottolineano la verità dei contenuti
proposizionali espressi, o che ne rimarcano la correlazione:
(73) Se è vero che la situazione nel Golfo Persico è critica, è anche vero
che quella dei campi profughi di Gaza non è certo allegra.
(74) Se da un lato le fazioni musulmane in Libano potevano contare
sull'appoggio siriano, dall'altro i maroniti avevano in Israele una specie
di alleato.
Questi elementi di rinforzo non compaiono invece normalmente nei costrutti
condizionali standard, che esprimono un rapporto di «condizione-
conseguenza» fra i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi:
(75) a. Se è vero che piove, esco con l'ombrello.
b. Se da un lato piove, dall'altro esco con l'ombrello.
Nei costrutti «bi-affermativi» compaiono normalmente combinazioni di tempi
passati dell'indicativo, come si è visto negli esempi precedenti, ed è
anche possibile (contrariamente a quanto accade per i periodi ipotetici
standard, esempio (28)) la comparsa del perfetto semplice in protasi ed
apodosi:
(76) Se Picasso attraversò tutte le avanguardie storiche, le sue opere
furono tra i migliori esempi di classicità del '900.
Invece risulta estremamente difficile interpretare come «bi-affermativi»
costrutti al futuro: anche il ricorso ad elementi di rinforzo, come in (73)
e (74), non è sufficiente a eliminare la venatura modale di incertezza
tipica del futuro, e quindi la ipoteticità di fondo della sequenza; nemmeno
(77) è da ritenere perciò un costrutto «bi-affermativo»:
(77) Se (è vero che) verrò eletto presidente, come ormai è ceno, (è anche
vero che) sarai proprio tu il mio segretario personale.
Esistono poi alcuni costrutti condizionali molto particolari, dalle
caratteristiche simili, ma non uguali a quelle dei «bi-affermativi»:
protasi ed apodosi presentano contenuti proposizionali non ipotizzati, ma
«veri», ed il rapporto logico deve essere però espresso esplicitamente:
(78) Se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, (è perché) non riusciva
proprio a sopportare quel film.
Un esempio come (78) è semanticamente equivalente ad un costrutto
contenente una frase causale, come (79) qui sotto, del quale condivide
anche la sequenza «effetto dato - causa nuova» (per i concetti di «dato» e
«nuovo»; per le frasi causali: sia in (78) sia in (79) l'elemento
proposizionale «dato» (l'effetto) si trova in posizione iniziale di
costrutto, mentre la causa «nuova» si trova in posizione finale:
(79) Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, perché non riusciva proprio
a sopportare quel film.
E anche possibile avere la causa «nuova» in posizione iniziale di
costrutto, e l'effetto «dato» in posizione finale, tramite l'utilizzo di
una frase complessa «scissa»:
(80) È perché non riusciva proprio a sopportare quel film che Giulio se ne
è andato dopo il primo tempo.
Costrutti del tipo di (78) possono però comparire solo se il rapporto
logico fra i contenuti delle due proposizioni è di tipo causale, o finale
(Sia); rapporti temporali, (81b-e), o condizionali, (81f), o concessivi,
(81g), danno luogo a sequenze agrammaticali:
(81) a. Se ti ho portato quei fiori è per farmi perdonare.
b. Se Antonio ha comprato un libro è quando è arrivata Maria.
c. Se Antonio ha comprato un libro è mentre arrivava Maria.
d. Se Antonio ha comprato un libro è prima che arrivasse Maria.
e. Se Antonio ha comprato un libro è dopo che è arrivata Maria.
f. Se esco con l'ombrello è se piove.
g. Se siamo arrivati in orario è benché il treno fosse partito in ritardo.
Alcune frasi di questo tipo risultano accettabili al passato. Si confronti
(81d) con: Se Antonio ha mai comprato un libro, è stato prima che arrivasse
Maria.
Le frasi complesse scisse sono invece possibili con rapporti causali,
finali, temporali, marginalmente ipotetici, ma non concessivi:
(82) a. È per farmi perdonare che ti ho portato quei fiori.
b. È quando è arrivata Maria che Antonio ha comprato un libro,
c. È mentre arrivava Maria che Antonio ha comprato un libro,
d. È prima che arrivasse Maria che Antonio ha comprato un libro,
e. È dopo che è arrivata Maria che Antonio ha comprato un libro,
f. E se piove che esco con l'ombrello.
g. È benché il treno fosse partito in ritardo che siamo arrivati in
orario.
i) Condizioni su azioni linguistiche
In alcuni casi la protasi esprime un contenuto proposizionale che funge da
«condizione» non per il contenuto proposizionale dell'apodosi, ma per la
realizzazione dell'azione linguistica che può essere eseguita nell'apodosi:
(83) Se hai fame, ci sono dei biscotti nella credenza.
Come si vede, la fame dell'interlocutore non è una condizione che, se
realizzata, abbia come conseguenza l'esistenza dei biscotti nella credenza,
ma è piuttosto una condizione per l'esecuzione della «offerta» di biscotti
all'interlocutore: se l'interlocutore non ha appetito non ha senso
offrirgli del cibo.
In questo tipo di costrutti condizionali l'espressione dell'inferenza
sollecitata sembra portare a risultati del tutto assurdi:
(84) Se non hai fame, nella credenza non ci sono biscotti.
Quindi non sembra possibile applicare a questi costrutti la normale
interpretazione «bicondizionale». Ma, come detto sopra, la protasi
«condiziona» non il contenuto proposizionale dell'apodosi, ma l'azione
linguistica con essa eseguibile: verbalizzando esplicitamente il tipo di
azione linguistica da compiere, l'interpretazione bi-condizionale diventa
possibile, come si vede dalla piena accettabilità dell'espressione
dell'inferenza sollecitata:
(85) a. Se hai fame, ti offro dei biscotti.
b. Se non hai fame, non ti offro dei biscotti.
Questi costrutti condizionali sono possibili con diversi tipi di azioni
linguistiche, per esempio offerte, complimenti, domande, o asserzioni,
(86), ma appaiono inaccettabili o estremamente marginali con concordanza al
congiuntivo e condizionale, (87) e (88):
(86) a. Se hai bisogno di me, puoi trovarmi in ufficio.
b. Se posso permettermi, hai un gran bell'aspetto.
c. Se non sono indiscreto, cosa hai fatto ieri sera?
d. Se le mie informazioni sono giuste, Mario ha rifiutato quel lavoro.
(87) a. Se avessi bisogno di me, potresti trovarmi in ufficio.
b. Se potessi permettermi, avresti un gran bell'aspetto.
c. Se non fossi indiscreto, cosa avresti fatto ieri sera?
d. Se le mie informazioni fossero giuste, Mario avrebbe rifiutato quel
lavoro.
(88) a. Se avessi avuto bisogno di me, avresti potuto trovarmi in
ufficio.
b. Se avessi potuto permettermi, avresti avuto un gran bell'aspetto.
c. Se non fossi stato indiscreto, cosa avresti fatto ieri sera?
d. Se le mie informazioni fossero state giuste, Mario avrebbe rifiutato
quel lavoro.
(88a, e, d) sono accettabili se interpretati come condizionali standard,
con il contenuto proposizionale della protasi che condiziona quello
dell'apodosi: «non hai avuto bisogno di me, e quindi non mi hai chiamato:
ma sapevi che in caso di necessità io ero in ufficio»; «ieri sera sono
stato indiscreto; e ciò ti ha fatto tenere un determinato comportamento;
come ti saresti comportata nel caso io non fossi stato indiscreto?»; e «le
mie informazioni, che ho passato a Mario, non erano attendibili, e ciò ha
fatto sì che Mario accettasse (compiendo un errore) quel lavoro».
j) Protasi non introdotte da «se»
La protasi di periodo ipotetico può essere espressa in alcuni casi senza
l'operatore di subordinazione se. Questo avviene non solo nel caso dei
costrutti condizionali «pseudocoordinati» , ma anche con costruzioni di
tipo subordinato. Per esempio, se può essere omesso in costrutti
stilisticamente alti:
(89) «Succedesse a me sarei rovinato» (V. Pratolini, Lo scialo, Milano,
Mondadori, 1960, p. 387)
L'omissione di se non è possibile nei costrutti con la concordanza
all'indicativo, (90a). Si ha inoltre un'inversione di posizione fra verbo e
soggetto espresso (90b-c):
(90) a. Arrivano / Arriveranno in tempo i rinforzi, riusciremo ad
evitare la sconfitta.
b. Arrivassero / Fossero arrivati in tempo i rinforzi, riusciremmo /
saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.
c. I rinforzi arrivassero / fossero arrivati in tempo, riusciremmo /
saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.
Questo tipo di struttura è parallelo a quello che si ha con il gerundio e
con l'infinito , dove si ha l'inversione obbligatoria fra verbo ausiliare e
soggetto espresso. Come nel caso di gerundive e infinitive, questa
costruzione è limitata allo stile alto ed è possibile con un gruppo
ristretto di verbi al congiuntivo.
Oltre che da se le protasi di periodo ipotetico possono essere introdotte
da una serie di altri operatori di subordinazione, che sono tutti però
lessicalmente più «ricchi», hanno un significato meno astratto, e più forti
connotazioni stilistiche (in genere alte): qualora, quando, ove, laddove;
ammesso che, supposto che, nel caso che, nell'ipotesi che, nell'eventualità
che; purché, a patto che, a condizione che. Di questi operatori
descriveremo prima le caratteristiche semantiche principali che
permetteranno di raccoglierli in sottogruppi, e poi la concordanza dei modi
e dei Tempi, che è invece comune a tutti.
Qualora, quando, ove, e laddove appartengono allo stile alto, ed in
particolare connotano un linguaggio giuridico-burocratico-amministrativo:
(91) a. Qualora il perito ne abbia avanzato esplicita richiesta, il
dibattimento potrà essere rinviato.
b. Ove / Laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo comma della
circolare ministeriale.. ., il rilascio dei documenti richiesti avverrà
entro dieci giorni.
Sono piuttosto dello stile formale ammesso che, supposto che, nell'ipotesi
che, nell'eventualità che; più corrente: nel caso che. Rispetto agli altri
operatori di questo gruppo, ammesso che e nell'eventualità che aggiungono
ai contenuti proposizionali espressi una sfumatura di maggiore
improbabilità, come si vede dalla pur lievemente diversa accettabilità
semantica degli esempi seguenti:
(92) a. Supposto che / Nel caso che / Nell'ipotesi che Giampiero riesca
ad affittare quella casa al mare - cosa che pare molto probabile -
passeremo da lui una settimana in luglio.
b. Ammesso che / Nell’eventualità che Giampiero riesca ad affittare quella
casa al mare - cosa che pare molto probabile - passeremo da lui una
settimana in luglio.
Molto simili agli operatori di subordinazione ammesso che e supposto che
sono (am)mettiamo (il caso) che e supponiamo che, che possono introdurre
costrutti condizionali sintatticamente coordinati:
(93) a. Mettiamo che Franco arrivi sabato sera. Io non vado certo a
prenderlo!
b. Supponiamo che domenica ci sia bel tempo. Verreste al mare con noi?
c. Mettiamo il caso che non fossi venuto ad aspettarti all'aeroporto: per
tornare a casa avresti preso un taxi.
Ammettiamo che (come ammesso che in (92b)) aggiunge ai contenuti
proposizionali espressi dal costrutto una sfumatura di maggiore
improbabilità, come si vede dalla marginalità di: ''Ammettiamo che
Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare - cosa che pare molto
probabile: passeremo da lui una settimana in luglio.
Purché, a patto che e a condizione che introducono costrutti la cui apodosi
esprime un contenuto proposizionale che deve poter essere visto
favorevolmente dall'interlocutore, altrimenti il risultato è una sequenza
semanticamente inaccettabile:
(94) a. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno
dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato.
b. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè,
me ne andrò e non mi farò mai più vedere.
Gli stessi contenuti proposizionali possono essere inseriti in un costrutto
condizionale introdotto da se; in questo caso l'unico cambiamento è il
giudizio implicito sulla qualità del caffè preparato dall'interlocutore:
(95) a. Se mi farai uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato.
b. Se mi farai uno dei tuoi caffè, me ne andrò e non mi farò mai più
vedere.
Invece, il contenuto proposizionale della protasi può essere di per sé
interpretato positivamente o negativamente, senza influenzare
l'accettabilità della sequenza, ma viene presentato come desiderato dal
parlante:
(96) a. Purché / A patto che / A condizione che tu mi liberi dalla
presenza di quell'antipatico di Riccardo, ti offrirò una cena sontuosa.
b. Purché / A patto che / A condizione che tu mi liberi dalla presenza di
mia moglie, ti offrirò una cena sontuosa.
Proprio questa sfumatura di desiderio, che da una coloritura finale ai
condizionali di questo tipo, giustifica la restrizione sopra illustrata. Se
il contenuto proposizionale dell'apodosi gli sembra favorevole,
l'interlocutore tenderà a soddisfare la condizione (cioè il desiderio del
parlante) per ottenere la conseguenza: è quanto dovrebbe accadere con i
costrutti in (94a), (95a) e (96); in (95b) invece l'interlocutore non
cercherà di ottenere il contenuto proposizionale dell'apodosi (che vede
come negativo), non soddisfacendo quindi il «nondesiderio» espresso dalla
protasi. Questo tipo di inter-pretazione, possibile appunto in un costrutto
introdotto da se, come (95b), non ha luogo in (94b) a causa della presenza
di purché, a patto che e a condizione che, che richiedono, oltre ad un
contenuto proposizionale dell'apodosi «positivo» per l'interlocutore, anche
un contenuto proposizionale della protasi «desiderato», o per lo meno
presentato come tale dal parlante.
Tutti questi operatori lessicalmente «ricchi», che impongono alcune
limitazioni ai contenuti proposizionali di protasi ed apodosi, risultano
inappropriati (pur con lievi differenze da elemento ad elemento) con alcuni
dei costrutti condizionali di tipo specifico illustrati precedentemente. In
particolare appaiono inaccettabili o marginali se combinati con costrutti
«bi-negativi», «bi-affermativi», e con protasi che presentano condizioni
sull'esecuzione di azioni linguistiche (in quest'ultimo caso alcuni
operatori risultano accettabili):
(97) a. Qualora / Ove / Laddove / Ammesso che / Supposto che /
Nel caso che / Nell'ipotesi che / Nell’eventualità che / Purché / A patto
che / A condizione che tu giochi bene a tennis, io sono Ivan Lendl.
b. Qualora / Ove / Laddove / Ammesso che / Supposto che /
Nel caso che / Nell'ipotesi che / NelTeventualità che / ''Purché / A pano
che / *A condizione che la situazione nel Golfo Persico sia critica, quella
dei campi profughi di Gaza non è ceno allegra.
c. Qualora / Ove / Laddove / Ammesso che / Supposto che / Nel caso che /
Nell'ipotesi che / Nell'eventualità che / Purché /
A patto che / A condizione che tu abbia fame, ci sono dei biscotti nella
credenza.
Per quanto riguarda la concordanza dei modi e dei Tempi, questi operatori
condividono la concordanza di se limitatamente alla combinazione
«congiuntivo + condizionale»:
(98) a. Nell'eventualità che piovesse molto forte, uscirei con
l'ombrello.
b. Ammesso che quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del
catasto ce ne sarebbe traccia.
c. Nel caso che Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono.
d. Qualora non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno.
Nei casi in cui se introduce costrutti con indicativo in protasi ed
apodosi, questi operatori si combinano con congiuntivo presente e perfetto
nella protasi, e con l'indicativo nell'apodosi:
(99) a. Se domenica ci sarà bel tempo, andremo a sciare.
b. Supposto che domenica ci sia bel tempo, andremo a sciare.
c. Se hai comprato il giornale, possiamo vedere che film ci sono.
d. Ammesso che tu abbia comprato il giornale, possiamo vedere che film ci
sono.
k) Protasi con modi verbali non finiti
Purché, a patto che e a condizione che presentano delle varianti che
introducono protasi all'infinito: pur di, a patto ài, e a condizione di.
Questi operatori condividono le restrizioni sui contenuti proposizionali di
protasi ed apodosi , ma esprimono in modo ancora più forte la connotazione
finale, al punto che non possono combinarsi con protasi all'infinito
composto:
(100) a. Pur di / A patto di / A condizione di ottenere un lavoro,
sono disposto a trasferirmi in un'altra città.
b. Pur di / A patto di / A condizione di avere ottenuto un lavoro, sarei
stato disposto a trasferirmi in un'altra città.
La protasi all'infinito semplice può invece combinarsi con l'apodosi
all'indicativo ed al condizionale:
(101) a. Pur di avere quel prestito, ho firmato / firmo / firmerò tutte
le cambiali che volevi / vuoi / vorrai.
b. A patto di lavorare con te, accetterei qualsiasi condizione.
c. A condizione di partire con te, Enrico avrebbe disdetto ogni impegno di
lavoro.
(Il soggetto non espresso dell'infinitiva è obbligatoriamente coreferente
con il SOGGETTO della predicazione dell'apodosi sovraordinata).
Le protasi all'infinito compaiono anche introdotte semplicemente da a, che
semanticamente appare molto più neutro degli operatori appena citati, ma
compare preferibilmente con l'espressione di condizioni sulle azioni
linguistiche eseguibili con l'apodosi :
(102) a. A dirti la verità, ti trovo ingrassato.
b. Se posso / devo dirti la verità, ti trovo ingrassato.
La combinazione di a con una protasi all'infinito composto non è
completamente esclusa (mentre lo era nel caso di pur di, ecc., v. (100)),
ma è comunque marginale:
(103) a. Ad essere arrivati in tempo, non avremmo perso il treno.
b. Ad avermi dato retta, ti saresti trovato meglio.
Anche un gerundio può essere interpretato come espressione della protasi di
un periodo ipotetico, (104)-(106), a meno che non si tratti di un gerundio
composto, che provoca una lettura causale, «fattuale», (107):
(104) a. Mangiando molto, ingrasso / ingrasserò.
b. Se mangio molto, ingrasso / ingrasserò.
(105) a. Mangiando molto, ingrasserei.
b. Se mangiassi molto, ingrasserei.
(106) a. Mangiando molto, sarei ingrassato.
b. Se avessi mangiato molto, sarei ingrassato.
(107) a. Avendo mangiato molto, ingrasso / ingrasserò.
b. Se ho mangiato molto, ingrasso / ingrasserò.
c. Poiché ho mangiato molto, ingrasso / ingrasserò.
Sempre a causa dell'interpretazione causale del gerundio composto, esso è
incompatibile con una sovraordinata al condizionale:
(108) Avendo mangiato molto ingrasserei / sarei ingrassato.
Un gerundio semplice può avere interpretazione ipotetica se si combina con
apodosi al condizionale, e all'indicativo presente o futuro semplice, come
abbiamo visto in (104)-(106), ma se si combina con una apodosi con tempi
passati dell'indicativo emerge di nuovo una interpretazione causale:
(109) a. Arrivando in tempo, non abbiamo perso / perdemmo il treno.
b. ?Se siamo arrivati in tempo, non abbiamo perso / perdemmo il
treno.
c. Poiché siamo arrivati in tempo, non abbiamo perso / perdemmo il treno.
Anche un participio perfetto, accompagnato facoltativamente da se, può
esprimere la protasi di un costrutto condizionale:
(110) a. (Se) Preso in tempo, un raffreddore si cura in tre giorni, b.
Se viene preso in tempo, un raffreddore si cura in tre giorni.
l) Ordine delle proposizioni nella frase complessa
I costrutti condizionali di vario tipo esemplificati finora presentano la
protasi prima dell'apodosi, ma, data la mobilità caratteristica delle
proposizioni subordinate circostanziali rispetto alle loro sovraordinate,
si possono trovare anche costrutti in cui l'apodosi preceda la protasi:
(111) a. Se mi dai i soldi compro la casa.
b. Compro la casa se mi dai i soldi.
I due possibili ordini delle proposizioni all'interno di una frase
complessa non sono comunque del tutto liberi, in quanto rispondono in primo
luogo all'esigenza di rispettare la sequenza non marcata «dato-nuovo». Un
costrutto condizionale avrà la protasi prima dell'apodosi se il contesto
linguistico precedente ha presentato il contenuto proposizionale della
protasi; se viceversa il contesto linguistico precedente ha presentato il
contenuto proposizionale dell'apodosi, nel costrutto l'apodosi precederà la
protasi:
(112) a. Parlante A: Cosa farai se ti do i soldi?
b. Parlante B: Se mi dai i soldi compro la casa.
c. Compro la casa se mi dai i soldi.
(113) a. Parlante A: A che condizioni comprerai la casa?
b. Parlante B: Compro la casa se mi dai i soldi.
c. Se mi dai i soldi compro la casa.
L'ordine non è però l'unico elemento in gioco nel rapporto «dato-nuovo»,
poiché il rilievo prosodico, in questo caso la presenza di un picco into-
nativo sulla proposizione in prima posizione, permette di usare le sequenze
e. in (112) e (113) con lo stesso significato delle sequenze in b.:
(114) Parlante A: Cosa farai se ti do i soldi?
Parlante B: COMPRO LA CASA se mi dai i soldi.
(115) Parlante A: A che condizioni comprerai la casa?
Parlante B: SE MI DAI I SOLDI compro la casa.
(114) contiene una emarginazione o dislocazione a destra della protasi,
mentre in (115) si tratta di una topicalizzazione della protasi , nelle
quali l'accento fecalizza l'elemento in prima posizione (la sequenza non
marcata «dato-nuovo» può essere inoltre rovesciata anche tramite l'uso
delle frasi scisse).
Mentre i costrutti condizionali di tipo subordinato, con una apodosi
sovraordinata che contiene una protasi subordinata, sono generalmente
reversibili (possono cioè presentare la protasi seguita dall'apodosi, o
l'apodosi seguita dalla protasi), i costrutti condizionali non subordinati,
come per esempio quelli «pseudocoordinati», non risultano reversibili:
(116) a. Alza le mani o / altrimenti / se no sparo!
b. O / Altrimenti / Se no sparo, alza le mani!
(117) a. Ripetilo e ti rompo la testa!
b. È ti rompo la testa, ripetilo!
Inoltre, essi non sono neppure simmetrici, poiché la prima
pseudocoordinata, viene interpretata come protasi, e la seconda come
apodosi, ed uno scambio di posizione intorno all'eventuale operatore di
coordinazione produce sequenze semanticamente strane, (118a-b), o con un
significato totalmente diverso, come, partendo da (118c) ipotetico, (118d)
non ipotetico:
(118) a. Sparo o / altrimenti / se no alza le mani!
b. Ti rompo la testa e ripetilo!
c. Vuoi un gelato? Te lo vado subito a prendere.
d. Vado subito a prenderti un gelato. Lo vuoi?
Le versioni subordinate dei costrutti condizionali pseudocoordinati (v.
(52)) appaiono invece reversibili, (119), ma le sequenze risultano molto
più naturali emarginando o dislocando a destra la protasi (e fecalizzando
con un picco intonativo l'apodosi in prima posizione), (120):
119) a. Sparo se non alzi le mani.
b. Ti rompo la testa se lo ripeti.
c. Non ti pentirai se mi dai retta.
d. Ti vado subito a prendere un gelato se lo vuoi.
e. Gli daremo un sacco di botte se cercano la rissa.
(120) a. SPARO se non alzi le mani.
b. TI ROMPO LA TESTA se lo ripeti,
c. NON TI PENTIRAI se mi dai retta.
d. TI VADO SUBITO A PRENDERE UN GELATO se lo vuoi.
e. GLI DAREMO UN SACCO DI BOTTE se cercano la rissa.
Lo statuto sintattico dell'apodosi, che può essere dichiarativa,
interrogativa, o imperativa, non ha nessun effetto sulla reversibilità dei
costrutti condizionali subordinati:
(121) a. Se piovessi uscirei con l'ombrello.
b. Se avessi vinto alla lotteria, avresti comprato un'auto nuova?
c. Se vinci alla lotteria, cosa farai con i soldi?
d. Se hai bisogno di me chiamami a casa.
(122) a. Uscirei con l'ombrello se piovesse.
b. Avresti comprato un'auto nuova, se avessi vinto alla lotteria?
c. Cosa farai con i soldi, se vinci alla lotteria?
d. Chiamami a casa se hai bisogno di me.
Ma non in tutti i periodi ipotetici subordinati la reversibilità è
garantita. Nei costrutti «bi-negativi», per avere l'ordine «apodosi-
protasi» è necessario emarginare o dislocare a destra la protasi (e
fecalizzare con un picco intonativo l'apodosi):
(123) a. Se tu giochi bene a tennis io sono Ivan Lendl.
b. Io sono Ivan Lendl se tu giochi bene a tennis.
c. IO SONO IVAN LENDL se tu giochi bene a tennis.
La reversione è invece possibile normalmente con i costrutti simili ai «bi-
negativi», con apodosi imperativa o interrogativa:
(124) a. Se sei un bravo cuoco, preparami subito un filetto al pepe
verde!
b. Preparami subito un filetto al pepe verde, se sei un bravo cuoco!
(125) a. Se ha preparato per tre mesi questo esame, perché non sa
rispondere ad una domanda così semplice?
b. Perché non sa rispondere ad una domanda così semplice, se ha preparato
per tre mesi questo esame?
L'anteposizione dell'apodosi alla protasi nei costrutti «bi-affermativi» da
risultati diversi a seconda del collegamento logico che si instaura fra i
contenuti proposizionali di protasi ed apodosi. Se si tratta di semplice
correlazione, la reversione da risultati agrammaticali; emarginando o
dislocando a destra la protasi (e fecalizzando con un picco intonativo
l'apodosi) si hanno frasi marginali:
(126) a. Se la situazione nel Golfo Persico è critica, quella dei campi
profughi di Gaza non è certo allegra.
b. La situazione dei campi profughi di Gaza non è certo allegra, se quella
del Golfo Persico è critica.
c. LA SITUAZIONE DEI CAMPI PROFUGHI DI GAZA NON È CERTO ALLEGRA, se quella
nel Golfo Persico è critica.
Se il costrutto ha interprelazione causale la reversione è possibile
normalmente, ma con i costrutti «bi-affermativi» ad interpretazione
avversativa e concessiva si ha invece risultato agrammaticale:
(127) a. Se è nevicato già in ottobre, avete avuto un inverno
freddissimo.
b. Se Ugo era adirato, Maria era tranquilla.
c. Se il parere del Fondo Monetario Internazionale sulla economia del
nostro paese è stato positivo, non dobbiamo dimenticare la ripresa
dell'inflazione.
(128) a. Avete avuto un inverno freddissimo, se è nevicato già in
ottobre.
b. Maria era tranquilla, se Ugo era adirato.
c. Non dobbiamo dimenticare la ripresa dell'inflazione, se il parere del
Fondo Monetario Internazionale sull'economia del nostro paese è stato
positivo.
I costrutti simili ai «bi-affermativi», che possono collegare solo
contenuti proposizionali che abbiano rapporti causali o finali, non
tollerano la reversione:
(129) a. Se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, è perché
non riusciva proprio a sopportare quel film.
b. È perché non riusciva.proprio a sopportare quel film se Giulio se ne è
andato dopo il primo tempo.
La reversione diviene possibile sostituendo che a se, ma il risultato non è
più un costrutto condizionale dove l'apodosi precede la protasi, bensì una
frase complessa scissa :
(130) È perché non riusciva proprio a sopportare quel film che Giulio se ne
è andato dopo il primo tempo.
I costrutti in cui la protasi esprime una condizione non sul contenuto
proposizionale dell'apodosi, ma sull'azione linguistica con essa
eseguibile, sono reversibili:
(131) a. Se hai fame, ci sono dei biscotti nella credenza.
b. Se posso permettermi, hai un gran bell'aspetto.
c. Se non sono indiscreto, cosa hai fatto ieri sera? d. Se le mie
informazioni sono giuste, Mario ha rifiutato quel lavoro.
(132) a. Ci sono dei biscotti nella credenza, se hai fame.
b. Hai un gran bell'aspetto, se posso permettermi.
c. Cosa hai fatto ieri sera, se non sono indiscreto?.
d. Mario ha rifiutato quel lavoro, se le mie informazioni sono giuste.
I costrutti condizionali con omissione di se danno sequenze agrammaticali
cambiando di posizione protasi ed apodosi:
(133) a. «Succedesse a me sarei rovinato» (V. Pratolini, Lo scialo,
Milano, Mondadori, 1960, p. 387)
b. Arrivassero / Fossero arrivati in tempo i rinforzi, riusciremmo /
saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.
(134) a. Sarei rovinato succedesse a me.
b. Riusciremmo / Saremmo riusciti ad evitare la sconfitta, arrivassero /
fossero arrivati in tempo i rinforzi.
I costrutti introdotti da operatori di subordinazione «ricchi» risultano
reversibili:
(135) a. Qualora il perito ne abbia avanzato esplicita richiesta, il
dibattimento potrà essere rinviato.
b. Quando / Ove / Laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo
comma della circolare ministeriale . . ., il rilascio dei documenti
richiesti avverrà entro dieci giorni.
c. Ammesso che / Supposto che / Nel caso che / Nell'ipotesi che /
Nell'eventualità che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare,
passeremo da lui una settimana in luglio.
d. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè,
ti sarò eternamente grato.
(136) a. Il dibattimento potrà essere rinviato, qualora il perito ne
abbia avanzato esplicita richiesta.
b. Il rilascio dei documenti richiesti avverrà entro dieci giorni, quando /
ove / laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo comma della
circolare ministeriale . . .
c. Passeremo da Giampiero una settimana in luglio, ammesso che / supposto
che / nel caso che / nell'ipotesi che / nell'eventualità che riesca ad
affittare quella casa al mare.
d. Ti sarò eternamente grato, purché / a patto che / a condizione che tu mi
faccia uno dei tuoi caffè.
Anche i costrutti che hanno la protasi con un modo verbale non finito
permettono generalmente l'anteposizione dell'apodosi alla protasi:
(137) a. Pur di / A patto di / A condizione di ottenere un lavoro,
sono disposto a trasferirmi in un'altra città.
b. A dirti la verità, ti trovo ingrassato.
c. Arrivando in tempo, non avremmo perso il treno.
d. (Se) Preso in tempo, un raffreddore si cura in tre giorni.
(138) a. Sono disposto a trasferirmi in un'altra città, pur di / a patto
di / a condizione di ottenere un lavoro.
b. Ti trovo ingrassato, a dirti la verità.
c. Non avremmo perso il treno, arrivando in tempo.
d. Un raffreddore si cura in tre giorni, (se) preso in tempo.
In alcuni casi la protasi posposta all'apodosi è separata da una pausa più
lunga, e pronunciata con un rilievo prosodico maggiore: il risultato è una
proposizione che più che «condizionare» il contenuto proposizionale
dell'apodosi, sembra indurre dubbi sulla sua certezza. Oltre a se, gli
operatori di subordinazione più frequenti in questi casi sono ammesso che,
purché, ed a patto che:
(139) Domenica andremo a sciare. Se non fa brutto tempo.
(140) Domenica andremo a sciare. Ammesso che / Purché / A patto che non
faccia brutto tempo.
Queste protasi posposte sono assimilabili a proposizioni indipendenti; esse
possono anche essere enunciate da un parlante diverso da quello che enuncia
l'apodosi (che a questo punto è una frase semplice):
(141) a. Parlante A: Domenica andremo a sciare.
b. Parlante B: Se non fa brutto tempo.
c. Ammesso che / Purché / A patto che non faccia brutto tempo.
m) Apodosi accompagnate da «allora»
I diversi tipi di periodi ipotetici subordinati esemplificati finora
presentano operatori di subordinazione che introducono la protasi, ma sono
privi di elementi di collegamento o di ripresa nell'apodosi (fanno
eccezione i costrutti «bi-affermativi» con elementi di rinforzo: v. le
frasi (73) e (74)). D'altronde una delle tradizionali schematizzazioni del
rapporto semantico ipoteticocondizionale, di origine logica, vede l'apodosi
accompagnata facoltativamente da allora: «se p, (allora) q». L'inserimento
di allora nell'apodosi non è però possibile in tutti i tipi di costrutti
condizionali. Generalmente è possibile nei casi in cui fra i contenuti
proposizionali di protasi ed apodosi esiste o può essere instaurato un
rapporto di «condizione-conseguenza»:
(142) a. Se domenica ci sarà bel tempo, allora andremo a sciare.
b. Se fossi un marziano, allora avrei le orecchie verdi.
c. Se non foste arrivati in ritardo, allora non avreste perso il treno.
L'inserimento di allora da risultati grammaticali anche nel caso delle
versioni subordinate dei costrutti condizionali pseudocoordinati, mentre
per i costrutti pseudocoordinati veri e propri tale inserimento è possibile
solo quando la protasi è realizzata da una frase interrogativa:
(143) a. Se non alzi le mani, allora sparo.
b. Se lo ripeti, allora ti rompo la testa.
c. Se mi dai retta, allora non ti pentirai.
(144) a. Alza le mani o / altrimenti / se no (allora) sparo!
b. Ripetilo e (allora) ti rompo la testa!
c. Vuoi un gelato? Allora te lo vado subito a prendere.
Nel caso di apodosi interrogative l'inserimento di allora rende il
costrutto marginale, mentre esso è compatibile con apodosi imperative, sia
nella versione subordinata sia in quella pseudocoordinata:
(145) a. Se avessi vinto alla lotteria, ('allora) avresti
comprato
un'auto nuova?
b. Se vincessi alla lotteria, ('allora) cosa faresti con i soldi?
(146) a. Se hai bisogno di me, allora chiamami a casa.
b. Hai bisogno di me? Allora chiamami a casa.
Nei costrutti «bi-negativi» l'inserimento di allora è generalmente
possibile, mentre con i costrutti «bi-affermativi» il risultato è di solito
agrammaticale:
(147) a. Se tu giochi bene a tennis, allora io sono Ivan Lendl.
b. Se sei un bravo cuoco, allora preparami subito un filetto
al pepe verde!
c. Se ha preparato per tre mesi questo esame, allora perché non sa
rispondere ad una domanda così semplice?
(148) a. Se la situazione nel Golfo Persico è critica, (allora) quella
del campi profughi di Gaza non è certo allegra.
b. Se il parere del Fondo Monetario Internazionale sulla economia del
nostro paese è stato positivo, (allora) non dobbiamo dimenticare la ripresa
dell'inflazione.
c. Se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, C'alierà) è perché non
riusciva proprio a sopportare quel film.
d. Se Ugo era adirato, (allora) Maria era tranquilla.
e. Se è nevicato già in ottobre, allora avete avuto un inverno freddissimo.
Nei periodi ipotetici in cui il contenuto proposizionale della protasi
condiziona non il contenuto proposizionale dell'apodosi ma l'azione
linguistica con essa eseguibile, l'inserimento di allora da risultati
marginali o agrammaticali:
(149) a. Se hai fame, (allora) ci sono dei biscotti nella credenza.
b. Se posso permettermi, (allora) hai un gran bell'aspetto.
La presenza di allora è possibile nei costrutti con omissione di se, come
anche con alcuni operatori di subordinazione lessicalmente «ricchi»:
(150) a. Arrivassero / Fossero arrivati in tempo i rinforzi, allora
riusciremmo / saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.
b. Qualora / Ove / Laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo
comma della circolare ministeriale, allora il rilascio dei documenti
richiesti avverrà entro dieci giorni.
c. Ammesso che / Supposto che / Nel caso che / Nell'ipotesi che /
Nell'eventualità che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare,
allora passeremo da lui una settimana in luglio.
Con altri operatori di subordinazione lessicalmente «ricchi» l'inserimento
di allora da invece risultati agrammaticali, che si ripetono per le
varianti degli stessi operatori che introducono protasi con modi verbali
non finiti:
(151) a. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno dei
tuoi caffè, (allora) ti sarò eternamente grato.
b. Pur di / A patto di / A condizione di ottenere un lavoro, (allora) sono
disposto a trasferirmi in un'altra città.
Le protasi con modi verbali non finiti danno comunque in genere risultati
inaccettabili se combinate con apodosi accompagnate da allora:
(152) a. A dirti la verità, (allora) ti trovo ingrassato.
b. A darmi retta, (allora) ti troveresti meglio.
c. Mangiando molto, (allora) ingrasserei.
d. (Se) Preso in tempo, (allora) un raffreddore si cura in tre giorni.
I costrutti la cui apodosi è accompagnata da allora non sono reversibili,
se allora viene interpretato come legato a se:
(153) a. (Allora) Andremo a sciare, se domenica ci sarà bel tempo.
b. (Allora) Sparo, se non alzi le mani.
c. (Allora) Chiamami a casa, se hai bisogno di me!
d. (Allora) Preparami subito un filetto al pepe verde, se sei un bravo
cuoco!
e. (Allora) Avete avuto un inverno freddissimo, se è nevicato già in
ottobre.
f. (Allora) Passeremo da Giampiero una settimana in luglio, ammesso che /
supposto che / nel caso che / nell'ipotesi che / nell'eventualità che
riesca ad affittare quella casa al mare.
Le sequenze esemplificate in (153) sono accettabili anche con allora,
purché tale avverbio venga interpretato non come elemento che collega
l'apodosi alla protasi del costrutto condizionale, ma l'intero costrutto
condizionale ad un eventuale contesto linguistico precedente:
(154) a. Ci sono tre voti per il mare, e otto voti per la montagna:
allora I
andremo a sciare, se domenica ci sarà bel tempo.
b. Te l'ho già detto due volte con le buone: (adesso) allora sparo,
se non alzi le mani.
c. Non ti fare problemi, io non mi muovo tutto il giorno: siamo
d'accordo? Allora chiamami a casa, se hai bisogno di me! ecc.
2. Le frasi concessive
Per «frasi concessive» si intendono diversi tipi di proposizioni
subordinate, che pur instaurando con le proposizioni sovraordinate da cui
dipendono rapporti dai significati simili, sono caratterizzate da
differenze semantiche e sintattiche. Nei prossimi paragrafi saranno
distinti, e trattati separatamente, tre tipi di frasi concessive: le
proposizioni concessive fattuali , le proposizioni condizionali concessive,
e le proposizioni a-condizionali .
L'insieme di una proposizione subordinata concessiva e della proposizione
sovraordinata da cui questa dipende costituisce una frase complessa, che
chiameremo «costrutto concessivo»; parleremo quindi di costrutti concessivi
fattuali, costrutti condizionali concessivi, e costrutti a-condizionali,
esemplificati rispettivamente in (1), (2) e (3):
(1) Benché piovesse, Antonio è uscito senza ombrello.
(2) Anche se piovesse, Antonio uscirebbe senza ombrello.
(3) a. Che ti piaccia o no, stasera andrò al cinema.
b. Ovunque vada, Ugo troverà degli amici.
a) Semantica del costrutto concessivo fattuale
Quando un parlante enuncia una frase complessa come (1), mostra di ritenere
che fra il «tipo di evento» presentato dalla proposizione subordinata e
quello presentato dalla proposizione sovraordinata esista un contrasto: non
ci si aspetta che in caso di pioggia la gente esca senza ombrello. Questa
aspettativa è esprimibile tramite un costrutto condizionale, con una
negazione sulla parte rilevante dell'apodosi:
(4) Normalmente se piove non si esce senza ombrello.
Inoltre, sempre enunciando una frase come (1), il parlante mostra di
ritenere che in un momento cronologicamente precedente il momento
dell'enunciazione stava piovendo, e che in quel momento Antonio è uscito
senza ombrello: l'interlocutore assume di conseguenza che i contenuti
Ñòðàíèöû: 1, 2, 3, 4
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