Ñèíòàêñè÷åñêèå è ôóíêöèîíàëüíî-ñåìàíòè÷åñêèå îñîáåííîñòè óïîòðåáëåíèÿ óñëîâíîãî íàêëîíåíèÿ â èòàëüÿíñêîì ÿçûêå
provocare l'interlocutore stesso: Che farebbe tuo fratello stasera!?
Uscirebbe?! (Come a dire: "Se ha un'intenzione del génère, se la tolga
dalla testa.") - Tu esporresti un tale monumento in luogo pubblico? (l.
Silone, Il segreto di Luca) - "Come sarebbe a dire?!" chiese il commissario
sbarrando gli occhi. (P. Chiara, I giovedi della signora Giulia').
La stessa domanda al passato, puo anche servire a smentire un fatto o
a difendersi da qualche accusa: Anna: "E' stato Carlo a dire che Luigi...."
Carlo: Che cosa avrei detto io?".
III. IL periodo IPOTETICO
1.Le frasi ipotetiche
Le frasi ipotetiche (cioè le proposizioni subordinate introdotte nella gran
parte dei casi dall'operatore di subordinazione se) formano, insieme alle
proposizioni sovraordinate da cui dipendono, frasi complesse
tradizionalmente chiamate «periodi ipotetici», che noi chiameremo anche
«costrutti condizionali».
All'interno di un costrutto condizionale la proposizione subordinata viene
chiamata «protasi», mentre la proposizione sovraordinata viene chiamata
«apodosi»; prese singolarmente protasi ed apodosi possono essere frasi
semplici, come in (1), oppure frasi complesse che contengono proposizioni
coordinate, come in (2), o frasi complesse contenenti (almeno) una
proposizione subordinata come in (3):
(1) Se partiamo abbastanza presto, non troveremo molto traffico.
(2) Se il treno non è in ritardo ed i vagoni non sono troppo affollati,
faremo un viaggio comodo ed arriveremo in tempo per la partita.
(3) Se credi di essere troppo stanco per fare quel lavoro, sarà meglio
affidarlo a qualche altro tuo collega.
Inoltre l’apodosi di un costrutto condizionale non deve essere
necessariamente una proposizione principale, ma può essere a sua volta
subordinata ad un'altra proposizione principale, come in (4):Mi hanno detto
che dovrò fare un'ottima prova, se voglio veramente ottenere l'incarico.
a)Semantica del costrutto condizionale
Parlando di «periodo ipotetico» e «costruttto condizionale» si identifica
la costruzione in base alle sue caratteristiche funzionali: con la protasi
si «ipotizza» una «condizione», soddisfatta la quale si ha come
«conseguenza» quanto espresso dall'apodosi. Il costrutto esprime
globalmente un'ipotesi ed instaura fra il contenuto proposizionale della
protasi (che simbolizzeremo con «p») e quello dell'apodosi (che
simbolizzeremo con «q») un rapporto del tipo «condizione-conseguenza».
Per esempio, con una frase come (1) si ipotizza che, soddisfatta la
condizione di una partenza sufficientemente mattiniera (p), si avrà come
conseguenza un viaggio tranquillo per la scarsità di traffico (q): p e q
non sono presentati sicuramente ed indipendentemente come veri, ma data la
verità di p deve seguirne la verità di q. Questo aspetto del significato di
un costrutto condizionale può essere così riassunto: un costrutto
condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi
siano entrambi veri («se p, q» - «Pvero E qvero»).
Nel caso in cui alla partenza mattiniera (p) faccia poi séguito un viaggio
clamorosamente ritardato dal traffico (non-q) la frase in (1) sarà
considerata un «cattivo» consiglio, oppure una previsione «sbagliata»: un
costrutto condizionale non prevede che il contenuto proposizionale della
protasi sia vero e che quello della apodosi sia falso.
Inoltre nella comunicazione quotidiana, ordinaria, l'enunciazione di una
sequenza come (1) suggerisce all'interlocutore che una partenza ritardata
(non-p) avrebbe come conseguenza l'incontro di un denso traffico (non-q).
Questo suggerimento, esprimibile con (5), è una «inferenza sollecitata» (o
«invitata») dal costrutto condizionale esemplificato in (1), e mostra un
altro aspetto del significato di un periodo ipotetico, così riassumibile:
un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di
protasi ed apodosi siano entrambi falsi («se p, q» — «pFalso E q Falso»):
(5) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico.
Unendo quanto proposto finora, possiamo dire che un costrutto condizionale
ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi possano
essere o entrambi veri, o entrambi falsi (grazie all'inferenza
sollecitata).
Questo significato, ottenuto per (1) combinando appunto (1) e (5), ovvero
la sua inferenza sollecitata, corrisponde a quello espresso direttamente ed
esplicitamente da un costrutto condizionale con la protasi introdotta
dall'operatore di subordinazione solo se:
(6) Solo se partiamo abbastanza presto non troveremo molto traffico.
Un costrutto come (6), detto «bi-condizionale», ha un significato
parafrasabile proprio con l'accostamento di (1) e di (7):
(7) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico.
La sinonimia tra i costrutti condizionali e quelli bicondizionali, e tra
gli operatori di subordinazione se e solo se, è però solo apparente: un
costrutto bicondizionale, grazie alla presenza di solo se, ha sempre e per
forza l'interpretazione ottenibile combinando insieme gli schemi presentati
sopra, mentre un costrutto condizionale semplice può avere sia
l'interpretazione bicondizionale (grazie all'inferenza sollecitata) sia
l'interpretazione più debole, priva dell'inferenza sollecitata.
Per esempio, una sequenza come (8) presenta, tramite la coordinazione dei
due infiniti, non una ma due condizioni, e può essere parafrasata con un
costrutto che abbia due protasi coordinate, una per ogni condizione, come
(9):
(8) Se continua a non piovere e a non nevicare, la prossima estate
rischieremo la siccità.
(9) Se continua a non piovere e se continua a non nevicare, la prossima
estate rischieremo la siccità.
Ma in (9) non è possibile dare una interpretazione bicondizionale alle due
protasi, e non è possibile sostituire i due se con due solo se, come si
vede dalla inaccettabilità di (10):
(10) Solo se continua a non piovere e solo se continua a non nevicare, la
prossima estate rischieremo la siccità.
Infatti il significato di solo entra in contraddizione con il significato
di e; l'unica interpretazione possibile per i due se di (9) è quella
semplice, priva dell'inferenza sollecitata. L'interpretazione
bicondizionale (con l'inferenza sollecitata) può emergere solo combinando
le due condizioni in un unico contenuto proposizionale complesso; così
l'interpretazione di (11) può essere parafrasata con l'accostamento di (12a-
b):
(11) Solo se continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima
estate rischieremo la siccità.
(12) a. Se continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate
rischieremo la siccità.
b. Se non continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate non
rischieremo la siccità.
Formalizzeremo quindi la differenza di significato esistente fra i
costrutti bi-condizionali ed i costrutti condizionali con gli schemi
rappresentati rispettivamente in (13) ed in (14):
(13) «Solo Se p, q» —» «Pvero E qvero» O «pFalso E qFalso»
(14) «Se p, q» — «pVero E qvero» (O «Pfalso E qFalso»)
b)Concordanza dei tempi e semantica dei modi
L'italiano presenta un sistema standard di concordanza di modi e Tempi
verbali all'interno dei costrutti condizionali, che nella lingua
contemporanea è affiancato da una variante colloquiale che si sta
diffondendo anche a livelli più alti, e da un sistema «substandard» tipico
solamente di alcune varietà più basse.
Nel primo sistema è possibile avere l'indicativo in protasi ed apo dosi,
come in (15), il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale
semplice nell'apodosi, come in (16), e il congiuntivo piuccheperfetto nella
protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (17) :
(15) Se vieni alla festa, ti divertirai moltissimo.
(16) Se venissi alla festa, ti divertiresti moltissimo.
(17) Se fossi venuto alla festa, ti saresti divertito moltissimo.
La variante colloquiale del sistema standard, presente talora anche in
livelli più alti, prevede la possibilità che l'indicativo imperfetto
sostituisca il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e / o il
condizionale composto nell'apodosi, come in (18):
(18) a. Se lo sapevo prima, sarei arrivato in tempo a salutarti.
b. Se lo sapevo prima, arrivavo in tempo a salutarti.
c. Se l'avessi saputo prima, arrivavo in tempo a salutarti.
Il tipo in (18b) è presente nel seguente es. da Manzoni, che riproduce il
parlato spontaneo:
(19) «Se mi s'accostava un passo di più, soggiunse, l'infilavo addirittura,
prima che avesse tempo di accomodarmi me, il birbone» (A. Manzoni,
promessi sposi, cap. XXXTV)
Nell'apodosi si può avere anche il piuccheperfetto con valore di
compiutezza :
(20) Se non fosse successo / succedeva quell'incidente, a quest'ora eravamo
già arrivati.
Nel sistema «substandard» invece dei modi congiuntivo e condizionale appare
l'indicativo, così che (2 la) corrisponde all'incirca a (15) (ma a volte
anche a (16)), mentre (21b) corrisponde all'incirca a (16) e (17) (anche
questo sistema è più complesso di quanto appaia da questa sintetica
presentazione, e le corrispondenze con il sistema standard sono più
irregolari di quanto qui accennato:
(21) a. Se vieni alla festa, ti divertirai un sacco.
b. Se venivi alla festa, ti divertivi un sacco.
In vari usi dialettali sono più diffusi sistemi «simmetrici», con
congiuntivo in protasi ed apodosi oppure condizionale in protasi ed
apodosi. Questi usi, decisamente substandard, sono ritenuti concordemente
inaccettabili, e tuttavia appaiono frequentemente sia in varietà regionali
sia anche come lapsus. Alcuni ess. sono:
(22) «Se io fossi uomo ci andassi ogni sera» (D. Dolci, Conversazioni,
Torino, 1962, p. 290)
(23) «Io sono sicuro che se farei il boia riuscirei bene» (lo speriamo che
me
la cavo. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di M. D'Otta, Milano,
Mondadori, 1990, p. 41)
L'uso del congiuntivo nell'apodosi è caratteristica di certo parlato
spontaneo meridionale.
L'uso del condizionale anche nella protasi, come in (23), è molto comune
nel linguaggio infantile in tutta Italia.
Non sembra possibile, invece, la combinazione con condizionale nella
protasi e congiuntivo nell'apodosi.
c)Il sistema dell'italiano standard
Nell'italiano standard è possibile trovare diverse combinazioni di Tempi
verbali dell'indicativo in protasi ed apodosi; sono possibili, per esempio,
presente più presente, come in (24a), e presente più futuro semplice, come
in (24b):
(24) a. Se piove, esco con l'ombrello.
b. Se (domani) piove, uscirò con l'ombrello.
Non c'è una corrispondenza obbligatoria fra Tempo verbale e tempo
cronologico: in (24a) ad esempio il presente non è necessariamente
«deittico», anzi è più facilmente interpretabile come presente
«atemporale», e in (24b) è orientato, anche grazie alla presenza di domani
nella protasi e di un tempo futuro nell'apodosi, verso il futuro.
Sono poi possibili combinazioni di futuro semplice più futuro semplice
come, in (25a), perfetto composto più presente, come in (25b), perfetto
composto più futuro semplice, come in (25c), e perfetto composto più
perfetto composto, come in (25d):
(25) a. Se domani ci sarà bel tempo, andremo a sciare.
b. Se hai comprato il giornale, possiamo vedere che film ci sono stasera.
c. Se ti sei ricordato di portare la carbonella, forse riusciremo a
preparare la grigliata.
d. La settimana scorsa ho telefonato a Giorgio, ma non sono riuscito a
trovarlo in casa: se è andato in vacanza, ha finalmente potuto riposarsi.
In (25d) il contesto linguistico precedente il costrutto condizionale ne
permette una lettura più naturalmente ipotetica: «Non so se Giorgio è
andato in vacanza: lo ipotizzo solamente sulla base della sua mancata
risposta al telefono; nel caso ci sia andato, starà godendosi il suo
meritato riposo». Di solito invece i costrutti condizionali con i tempi
passati dell'indicativo sono più facilmente interpretati come causali, cioè
«fattuali», piuttosto che ipotetici, come si vede dalla parafrasi (26b) di
(26a):
(26) a. Se hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto.
b. Siccome hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto.
Esistono costrutti condizionali con l'imperfetto in protasi ed apodosi, da
non confondere con quelli formalmente identici ma appartenenti o alla
variante colloquiale del sistema standard (v. la frase (18b)) o al sistema
«substandard» (v. la frase (21b) ; in questi costrutti il se assume un
valore parafrasabile con ogni volta che:
(27) In quel periodo se riuscivamo ad alzarci abbastanza presto correvamo
subito a guardare l'alba, e poi nella stalla per bere il latte appena
munto.
Non sono possibili costrutti condizionali con il perfetto semplice in
protasi ed apodosi , come si vede dall'inaccettabilità di (28):
(28) Se prenotammo in tempo, assistemmo alla prima di Falstaff.
Oltre all'indicativo l'italiano standard prevede nei periodi ipotetici
combinazioni di congiuntivo più condizionale; si trovano usualmente il
congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice
nell'apodosi, come in (29a-b), o il congiuntivo piuccheperfetto nella
protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (29c):
(29) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello.
b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi.
c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno.
Sono però anche possibili costrutti che presentino il congiuntivo
piuccheperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come
in (30a): in questo modo viene segnalata la «distanza» cronologica tra i
contenuti espressi dalle due proposizioni; inoltre sono possibili costrutti
con il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale composto
nell'apodosi, come in (30b):
(30) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto
ce ne sarebbe traccia, b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al
telefono.
Utilizzando l'opposizione tra la concordanza all'indicativo e quella al
congiuntivo-condizionale all'interno di un periodo ipotetico un parlante
indica diversi gradi di «probabilità» per i contenuti proposizionali di
protasi ed apodosi:
— l'uso dell'indicativo segnala la «possibile verità» dei contenuti;
— l'uso del congiuntivo-condizionale ne segnala la «possibile falsità».
L'opposizione è illustrata attraverso il confronto tra due costrutti le cui
proposizioni componenti esprimano gli stessi contenuti:
(31) a. Se nevica prima di domenica, andiamo a sciare a Cortina.
b. Se nevicasse prima di domenica, andremmo a sciare a Cortina.
In (3 la) il progetto viene presentato come molto più probabile rispetto a
(31b): nel primo caso viene configurata la possibilità che nevichi, con la
conseguente vacanza sugli sci, mentre nel secondo caso viene configurata la
possibilità che non nevichi, con la conseguente rinuncia alla vacanza sugli
sci.
Questa differenza si evidenzia con una prova di compatibilita semantica.
Aggiungendo ad un periodo ipotetico all'indicativo una frase da cui si
possa inferire la «sicura falsità» del contenuto proposizionale della
protasi, si ottiene una sequenza semanticamente anomala, perché la
«possibile verità» segnalata dall'indicativo si scontra con un contenuto
«sicuramente falso»:
(32) Se Gianni è in macchina ci può dare un passaggio, ma oggi Gianni è
venuto in autobus.
Allo stesso modo, aggiungendo ad un periodo ipotetico al congiuntivo-
condizionale una frase da cui si inferisca la «sicura verità» del contenuto
proposizionale della protasi si ottiene di nuovo una sequenza
semanticamente anomala, perché la «possibile falsità» segnalata dal
congiuntivo-condizionale si scontra con un contenuto «sicuramente vero»;
(33) a. Se Gianni fosse in macchina potrebbe darci un passaggio, ma
Gianni è (sempre) in macchina.
b. Se Gianni fosse stato in macchina avrebbe potuto darci un passaggio, ma
Gianni era in macchina.
d) I costrutti 'controfattuali'
Alcuni periodi ipotetici al congiuntivo-condizionale non sembrano
comunicare la «possibile falsità» dei contenuti proposizionali di protasi
ed apodosi, quanto piuttosto la loro «sicura falsità»: sono i costrutti
tradizionalmente chiamati «controfattuali» o «periodi ipotetici
dell'irrealtà». Questi casi, comunque, non costituiscono un tipo a parte.
Come vedremo subito, i costrutti con congiuntivo imperfetto e condizionale
semplice sono interpretati come controfattuali solo quando all'indicazione
morfosintattica di «possibile falsità» si aggiungono altre indicazioni di
falsità, provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale
espresso e contesto extralinguistico; quanto ai costrutti con congiuntivo
piuccheperfetto e / o condizionale composto, essi sono sempre interpretati
come controfattuali, a meno
che dal contesto linguistico emergano indicazioni del contrario, ovvero
segnalazioni di «non-falsità» (come si vedrà in (36), (37) e (38b)).
La controfattualità non è quindi un significato rigidamente connesso ad una
determinata concordanza di modi e Tempi verbali, ma un effetto semantico
complesso, che deriva dall'interazione della morfosintassi (congiuntivo
imperfetto più condizionale semplice o congiuntivo piuccheperfetto e / o
condizionale composto) con il contenuto proposizionale di protasi ed
apodosi e con il contesto linguistico ed extralinguistico.
La combinazione «congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale
semplice nell'apodosi» sembra neutralizzare l'opposizione tra «mera
ipoteticità» e «controfattualità», poiché può esprimere sia l'uno sia
l'altro valore semantico; essa è utilizzabile per esempio anche in (34a),
che presenta solo un'ipotesi, e non due contenuti proposizionali «falsi»:
(34) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. (= 29a)
b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi. (= 29b)
Un costrutto come (34a) può essere enunciato con tono polemico, da un
parlante che sta uscendo «senza» ombrello in una giornata appena
piovigginosa: in questo caso si otterrebbe una interpretazione
«controfattuale», come, all'incirca, «non piove molto forte, e (perciò) sto
uscendo senza ombrello».
La controfattualità compare dunque quando all'indicazione di «possibile
falsità» fornita dalla concordanza si aggiunge una indicazione di «sicura
falsità» derivata dal confronto tra il contenuto proposizionale espresso
dal costrutto ed il contesto extralinguistico: per (34b) il parlante
patentemente non è un marziano, e non ha le orecchie verdi; per
l'interpretazione controfattuale di (34a), al momento dell'enunciazione sta
piovendo poco, ed il parlante sta uscendo senza ombrello.
Ora, nelle frasi (35) la comparsa del congiuntivo piuccheperfetto nella
protasi e/o del condizionale composto nell'apodosi sembra segnalare la
falsità dei contenuti proposizionali espressi dal costrutto, e quindi la
controfattualità:
(35) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto
ce ne sarebbe traccia. (= 30a)
b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono. (= 30b)
c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno.(= 29c)
Ma una protasi al congiuntivo piuccheperfetto non è una condizione
sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale; in (36) il
contesto linguistico aggiunto a (35a) mostra che con il costrutto
condizioniale il parlante sta solo compiendo un'ipotesi sul passato (da
verificare nel presente):
(36) Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne
sarebbe traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio.
Neppure una apodosi al condizionale composto è condizione sufficiente per
ottenere una interpretazione controfattuale: (35b) sembra comunicare che
«Enrico non è a casa, e (perciò) non ha risposto al telefono», ma la
versione «condizionale concessiva» di (35b), cioè
(37), presenta ugualmente una apodosi al condizionale composto, senza per
questo segnalarne la falsità:
(37) a. Anche se Enrico fosse a casa, non avrebbe risposto al telefono.
b. Se Enrico fosse a casa, non avrebbe comunque risposto al telefono.
(37) è parafrasabile con «è possibile che Enrico sia a casa, ed è possibile
che non lo sia; in un caso come nell'altro 'non' risponderebbe al
telefono».
Anche nel caso in cui compaiano sia il congiuntivo piuccheperfetto nella
protasi sia il condizionale composto nell'apodosi l'interpretazione
controfattuale non è garantita. Se infatti (38a) sembra indicare che il
protagonista «non» è partito alle 3, e che (quindi) «non» è arrivato alle
9, una sequenza come (38b), con due costrutti condizionali collegati
asidenticamente, mostra che il parlante sta facendo solo ipotesi sul
passato, come nel caso di (36), e non ha alcuna certezza sulla falsità dei
contenuti proposizionali espressi da protasi ed apodosi:
(38) a. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9.
b. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9; se avesse
preso quello delle 5 sarebbe arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi
dovremmo comunque trovarlo in albergo.
Le stesse ipotesi, presentate con maggior sicurezza, possono essere
espresse dalla versione all'indicativo di (39):
(39) Se ha preso il treno delle 3 è arrivato alle 9; se (invece) ha preso
quello delle 5 è arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi lo troveremo
sicuramente in albergo.
Per quanto abbiamo detto, non è stata utilizzata qui la tradizionale
distinzione fra periodo ipotetico della realtà, periodo ipotetico della
possibilità, e periodo ipotetico della irrealtà (ispirata dalla
tripartizione latina fra casus nalis, casus posstbilis, e casus trrealis).
Secondo questa distinzione, infatti, ogni tipo di periodo ipotetico è
correlato ad una specifica concordanza di modi e Tempi: l'indicativo
segnala una ipotesi reale, il congiuntivo imperfetto ed il condizionale
semplice segnalano una ipotesi possibile, o una ipotesi irreale nel
presente, ed il congiuntivo piuccheperfetto ed il condizionale composto
segnalano una ipotesi irreale nel passato. Ma in italiano standard un
periodo ipotetico con la concordanza al congiuntivo piuccheperfetto e / o
condizionale composto può avere sia una lettura controfattuale (irrealtà),
come negli esempi (35) e (38a), sia una lettura meramente ipotetica
(possibilità), come negli esempi (36), (37) e (38b). Un costrutto
condizionale con la concordanza all'indicativo può segnalare una ipotesi
reale, come negli esempi (24) e (25), ma anche la correlazione di due
«fatti», come in (26a), e può avere persino una lettura controfattuale,
come combinazione di due contenuti proposizionali «falsi».
Se un periodo ipotetico viene inserito in un discorso indiretto al passato
(e gli eventi citati sono già avvenuti al momento dell'enunciazione) la
concordanza dei modi e dei Tempi prevede solo la combinazione «congiuntivo
piuccheperfetto + condizionale composto», indipendentemente dalla forma che
il costrutto potrebbe avere nella corrispondente versione in discorso
diretto. Così la «scelta» dei modi e Tempi di (40d), obbligata dalla
concordanza del discorso indiretto, «neutralizza» completamente le
differenze semantiche sia modali che temporali esistenti fra le prime tre
frasi di (40):
(40) a. Aldo mi ha detto: «Se XY vince / vincerà le elezioni, ti offro /
offrirò una cena».
b. Aldo mi ha detto : «Se XY vincesse le elezioni, ti offrirei una cena».
c. Aldo mi ha detto: «Se XY avesse vinto le elezioni, ti avrei offerto una
cena».
d. Aldo mi ha detto che se XY avesse vinto le elezioni mi avrebbe offerto
una cena.
e) Concordanza mista indicativo e congiuntivo-condizionale
Oltre alle combinazioni illustrate , si trovano in italiano standard
periodi ipotetici con una concordanza «irregolare» di modi e tempi, con
indicativo nella protasi e condizionale nell'apodosi, o congiuntivo nella
protasi ed indicativo nell'apodosi:
(41) a. Se vuoi proprio ottenere quell'incarico, dovresti recarti domani
stesso dal funzionario responsabile.
b. Se (poi) volessi ottenere proprio quell'incarico, devi recarti domani
stesso dal funzionario responsabile.
Il confronto fra questi due esempi e costrutti dallo stesso contenuto
proposizionale ma con concordanza «regolare», come (42), mostra come il
cambiamento di modo fra protasi ed apodosi non segnali altro che il
«diverso grado di probabilità» assegnato dal parlante ai
diversi contenuti proposizionali espressi:
(42) a. Se vuoi proprio ottenere quell'incarico, devi recarti domani
stesso dal funzionario responsabile.
b. Se (poi) volessi ottenere proprio quell'incarico, dovresti recarti
domani stesso dal funzionario responsabile.
In questi due esempi il livello di ipoteticità è lo stesso sia per il
contenuto proposizionale della protasi sia per quello dell'apodosi, mentre
in (41a) il condizionale nell'apodosi «indebolisce» il valore deontico di
dovere, favorendo l'interpretazione del costrutto più come consiglio che
come ordine, ed in (41b) il congiuntivo nella protasi presenta come più
remoto il desiderio dell'interlocutore.
Un altro esempio può essere fornito dal confronto tra le due frasi
seguenti:
(43) a. Se piovesse, uscirei con l'ombrello.
b. Se piovesse, uscirò con l'ombrello.
In (43a) il parlante sta avanzando una mera ipotesi, quasi del tutto
staccata dal reale, mentre in (43b) l'inserimento del futuro semplice
dell'indicativo nell'apodosi trasforma il costrutto nell'espressione di un
proposito: «in caso - che ritengo improbabile - di pioggia, ho la ferma
intenzione di uscire con l'ombrello».
Lo stesso effetto di «indebolimento» visto nell'apodosi di (41a) si ha nel
condizionale indipendente. In una richiesta come «Vorrei mezzo chilo di
ravioli di magro», enunciata ad esempio in una panetteria, il condizionale
permette di presentare il desiderio del cliente come più «remoto», e quindi
meno aggressivo, e la frase risulta decisamente più cortese rispetto a
«Voglio mezzo chilo di ravioli di magro», con l'indicativo. Sempre in
«condizionale indipendente», l'effetto di indebolimento si trova in frasi
in cui il parlante si presenta in forma modesta, come nel seguente dialogo:
«A - Scusi, ma lei chi è? B - Ma, io veramente sarei l'idraulico (che lei
aveva fatto chiamare)», ed in brani di testi narrativi, soprattutto
giornalistici, in cui l'autore non ha la totale sicurezza della verità o
attendibilità di quanto sta riportando, e segnala il suo «distacco» proprio
con il condizionale, semplice o composto: «(Secondo le nostre informazioni)
II presidente si sarebbe recato presso la sua villa nei sobborghi della
città, per tenere una riunione con i suoi principali collaboratori, e vi si
troverebbe tuttora, in attesa di segnali più chiari dalla capitale».
f) Il sistema substandard di concordanza di modi e tempi
II sistema «substandard» di concordanza di modi e Tempi, è tipico
solamente di alcune varietà più basse; esso ha sostituito l'opposizione tra
«possibile verità» e «possibile falsità» del sistema standard con una
opposizione tra «possibile» e «controfattuale». II sistema «substandard»
conserva infatti le varie combinazioni di tempi dell'indicativo per
l'italiano standard, ma utilizza l'indicativo anche per esprimere
l'interpretazione non controfattuale di frasi come (44a) dell'italiano
standard:
(44) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. (= 34a)
b. Se piove molto forte, esco con l'ombrello.
Per i costrutti controfattuali invece, il sistema «substandard» utilizza
l'indicativo imperfetto in protasi ed apodosi ; l'interpretazione
controfattuale di (44a) è resa da (45a), e la stessa concordanza è
utilizzata per esprimere gli altri costrutti ad interpretazione
controfattuale (l'uso del piuccheperfetto nella protasi di (45f) segnala lo
scarto temporale esistente fra il contenuto proposizionale della protasi e
quello dell'apodosi):
(45) a. Se pioveva molto forte, uscivo con l'ombrello.
b. Se ero un marziano, avevo le orecchie verdi.
c. Se Enrico era a casa, rispondeva al telefono.
d. Se non arrivavate tardi, non perdevate il treno.
e. Se prendeva il treno delle 3 arrivava alle 9.
f. Se quell'edificio era stato venduto, nell'archivio del catasto ce n'era
traccia.
L'uso dell'indicativo imperfetto nei costrutti condizionali del sistema
«substandard» ha implicazioni solo modali, e non più temporali, potendo
essere usato per esprimere la controfattualità al passato, al presente, ed
al futuro:
(46) a. Se ieri venivi alla festa, ti divertivi un sacco.
b. Se adesso eri alla festa, ti divertivi un sacco.
e. Se domani venivi alla festa, ti divertivi un sacco.
Il valore di controfattualità dell'indicativo imperfetto nei costrutti
condizionali del sistema «substandard» è confermato dall'applicazione delle
stesse prove per dimostrare l'interpretazione non obbligatoriamente
controfattuale della combinazione «congiuntivo piuccheperfetto e / o
condizionale composto» in italiano standard. Infatti (47), con l'imperfetto
a segnalare la controfattualità ed il contesto linguistico successivo a
segnalare invece l'ipoteticità nel passato, è inaccettabile, mentre (48),
che è la versione di (38b) nel sistema «substandard», non è del tutto
accettabile:
(47) Se quell'edificio era stato venduto, nell'archivio del catasto ce
n'era traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio.
(48) Se prendeva il treno delle 3 arrivava alle 9; se invece prendeva
quello delle 5 arrivava alle 11; adesso è mezzogiorno, e quindi lo troviamo
comunque in albergo.
g) Costrutti condizionali pseudocoordinati
In alcuni casi un rapporto «condizione-conseguenza» non viene espresso da
una apodosi sovraordinata contenente una protasi subordinata introdotta da
se (come negli esempi visti fin qui), ma da una sequenza di due frasi
apparentemente coordinate, collegate eventualmente da operatori di
congiunzione o disgiunzione; la prima frase può essere imperativa o
interrogativa (polare):
(49) a. Alza le mani o / altrimenti / se no sparo!
b. Ripetilo e ti rompo la testa!
c. Dammi retta e non ti pentirai!
d. Vuoi un gelato? Te lo vado subito a prendere.
e. Cercano la rissa? Gli daremo un sacco di botte.
Di solito se la prima frase è interrogativa la seconda frase può essere
introdotta da un operatore di congiunzione, ma non da un operatore di
disgiunzione:
(50) a. Vuoi un gelato? E io te lo vado subito a prendere.
b. Vuoi un gelato? O / Altrimenti / Se no non te lo vado subito a prendere.
(51) a. Cercano la rissa? E noi gli daremo un sacco di botte.
b. Cercano la rissa? O / Altrimenti / Se no non gli daremo un sacco di
botte.
I costrutti in (49) costituiscono delle «pseudocoordinazioni», e sono
normalmente parafra-sabili tramite costrutti condizionali subordinati:
(52) a. Se non alzi le mani sparo.
b. Se lo ripeti ti rompo la testa.
e. Se mi dai retta non ti pentirai.
d. Se vuoi un gelato te lo vado subito a prendere.
e. Se cercano la rissa gli daremo un sacco di botte.
Dal punto di vista delle azioni linguistiche eseguibili con questi
costrutti, si può dire che in (49), come in (52), si trovano ordini
modificati da minacce (a. e b.), esortazioni modificate da previsioni
favorevoli (e.), offerte precedute da richiesta di conferma (d.), e minacce
(e.).
Per l'interpretazione semantico-pragmatica di questi costrutti è necessario
ricordare in primo luogo che fanno immediatamente scattare l'inferenza
sollecitata:
(53) a. Se alzi le mani non sparo.
b. Se non lo ripeti non ti rompo la testa.
c. Se non mi dai retta ti pentirai.
d. Se non vuoi un gelato non te lo vado (subito) a prendere.
e. Se non cercano la rissa non gli daremo un sacco di botte.
Su questa base l'interpretazione dell'imperativo come ordine (a.-b.) o come
consiglio (e.) dipende dal valore «argomentativo» della seconda frase: in
(49a-b) l'interlocutore non vede come positivo il fatto che gli si spari o
gli si voglia rompere la testa, sceglie come preferenziale la lettura di
(53a-b) (cioè l'inferenza sollecitata), ed interpreta l'imperativo come
ordine (positivo in a., per la presenza dell'operatore di disgiunzione,
negativo in b., per la presenza dell'operatore di congiunzione); in (49c),
invece, il non rischiare di «pentirsene» è visto come positivo,
l'interlocutore sceglie come preferenziale la lettura in (52c), ed
interpreta l'imperativo come consiglio, o esortazione.
Anche le frasi b. e c. possono essere realizzate con operatori di
disgiunzione (come a.), negando la proposizione opportuna secondo il
meccanismo appena illustrato:
(54) a. Non ripeterlo o / altrimenti / se no ti rompo la testa.
b. Dammi retta o / altrimenti / se no ti pentirai.
Va segnalato che (54b), come anche (53c), è facilmente interpretabile non
solo come consiglio, ma anche come ordine modificato da una minaccia: ciò
dipende dall'eventuale «controllo» del parlante sul «pentimento» dell
'interlocutore.
Le frasi (52) possono comparire con la concordanza «congiuntivo nella
protasi + condizionale nell'apodosi»; con la combinazione «congiuntivo
imperfetto + condizionale semplice» conservano, sep-pur indebolito, il
valore di azioni linguistiche come ordini, consigli, esortazioni, minacce,
ecc., mentre con la combinazione «congiuntivo piuccheperfetto +
condizionale composto» possono essere intesi solo come condizionali
dichiarativi:
(55) a. Se non alzassi le mani sparerei.
b. Se lo ripetessi ti romperei la testa.
e. Se mi dessi retta non ti pentiresti.
d. Se volessi un gelato te lo andrei subito a prendere.
e. Se cercassero la rissa gli daremmo un sacco di botte.
(56) a. Se non avessi alzato le mani avrei sparato.
b. Se lo avessi ripetuto ti avrei rotto la testa.
e. Se mi avessi dato retta non ti saresti pentito.
d. Se avessi voluto un gelato te lo sarei subito andato a prendere.
e. Se avessero cercato la rissa gli avremmo dato un sacco di botte.
I costrutti «pseudocoordinati» esemplificati in (49), invece, non
possono seguire la concordanza normale dei condizionali, neppure nella
proposizione che corrisponde all'apodosi della costruzione subordinata:
(57) a. Alza le mani o / altrimenti / se no sparerei / avrei sparato.
b. Ripetilo e ti romperei / avrei rotto la testa.
c. Dammi retta e non ti pentiresti / saresti pentito.
d. Vuoi un gelato? Te lo andrei / sarei andato subito a pren dere.
e. Cercano la rissa? Gli daremmo / avremmo dato un sacco di botte.
h) Costruiti condizionali interrogativi e imperativi
Tutti i periodi ipotetici presi in considerazione finora presentano una
apodosi dichiarativa, ma è possibile trovare costrutti la cui apodosi è una
proposizione interrogativa o imperativa. Nel caso dell'interrogativa si
trovano le possibilità di concordanza di modi e Tempi viste fin qui, sia
per le interrogative polari sia per le interrogative argomentali:
(58) a. Se vinci alla lotteria, comprerai un'auto nuova?
b. Se vincessi alla lotteria, compreresti un'auto nuova?
c. Se avessi vinto alla lotteria, avresti comprato un'auto nuova?
(59) a. Se vinci alla lotteria, cosa farai con i soldi?
b. Se vincessi alla lotteria, cosa faresti con i soldi?
c. Se avessi vinto alla lotteria, cosa avresti fatto con i soldi?
Nel caso dell'imperativa, la protasi può essere solo all'indicativo, o al
congiuntivo imperfetto:
(60) a. Se hai bisogno di me, chiamami a casa.
b. Se avessi bisogno di me, chiamami a casa.
c. Se avessi avuto bisogno di me, chiamami a casa.
Periodi ipotetici di questo tipo possono essere espressi anche come
«pseudocoordinazioni», con la protasi realizzata da una domanda. In questo
caso, fermo restando l'impiego delle forme dell'imperativo nell'apodosi,
nella domanda si può trovare solo l'indicativo:
(61) a. Hai bisogno di me? Chiamami a casa.
b. Avessi bisogno di me? Chiamami a casa.
c. Avessi avuto bisogno di me? Chiamami a casa.
Esistono alcuni costrutti introdotti dall'operatore di subordinazione se
che non sono necessariamente «ipotetici» né «condizionali», in quanto non
presentano contenuti proposizionali ipotizzati, ma «sicuramente veri» (o
«sicuramente falsi»), e fra i contenuti proposizionali di protasi ed
apodosi non esiste in genere alcun reale rapporto di «condizione-
conseguenza»: si tratta dei costrutti «bi-affermativi», e dei costrutti «bi-
negativi».
Un costrutto «bi-negativo» è caratterizzato da una apodosi dal contenuto
proposizionale patentemente falso, e da una concordanza generalmente
all'indicativo:
(62) a. Se tu giochi bene a tennis, io sono Ivan Lendl.
b. Se tu giocassi bene a tennis, io sarei Ivan Lendl.
c. Se tu avessi giocato bene a tennis, io sarei stato Ivan Lendl.
(63) a. Se Piero è forte a scacchi, io sono Gorbaciov.
b. Se Piero fosse forte a scacchi, io sarei Gorbaciov.
c. Se Piero fosse stato forte a scacchi, io sarei stato Gorbaciov.
Fra il contenuto proposizionale della protasi e quello dell'apodosi può
esistere, ma non necessariamente, un qualche collegamento di tipo logico:
infatti in (62a) si può ricostruire un paragone del tipo «Se il tuo modo di
giocare a tennis si può definire 'buono', allora il mio modo può essere
comparato a quello di un campione», ma in (63a) non è assolutamente
possibile, o è comunque poco naturale, instaurare un collegamento logico
tra l'abilità di qualcuno a scacchi e la (falsa) identità del parlante con
il premier sovietico.
Il meccanismo di questi costrutti si basa sulla semantica del periodo
ipotetico: «se p, q» —» «pVero E qVero» (O «pFalso E q falso»)- Un
costrutto condizionale viene in genere interpretato, grazie all'inferenza
sollecitata, come bicondizionale, il che significa che i contenuti
proposizionali di protasi ed apodosi possono essere o entrambi veri o
entrambi falsi; in un costrutto «bi-negativo» la falsità del contenuto
proposizionale dell'apodosi si riflette, in base alla parte tra parentesi
dello schema appena visto, sul contenuto proposizionale della protasi, che
risulta così anch'esso falso:
(64) È falso che io sia Ivan Lendl, e (quindi) è falso che tu giochi bene a
tennis.
(65) È falso che io sia Gorbaciov, e (quindi) è falso che Piero sia forte a
scacchi.
Infatti i costrutti di questo tipo sono di solito utilizzati per esprimere
un parere sarcastico sulla falsità del contenuto proposizionale della
protasi, enunciato o proposto dall'interlocutore:
(66) Se lei è un poliziotto, mia moglie è Sofia Loren.
La coloritura sarcastica deriva, oltre che dall'accostamento di due
contenuti proposizionali che non hanno necessariamente a che fare l'uno con
l'altro, anche dall'inserimento di un contenuto proposizionale patentemente
falso in uno schema di concordanza (l'indicativo) il cui valore semantico è
la segnalazione di «possibile verità».
Un effetto molto simile, anche se non identico, a quello dei costrutti «bi-
negativi» veri e propri si ottiene con una apodosi all'imperativo,
normalmente interpretata come sfida che non sarà raccolta:
(67) Se sei un bravo cuoco, preparami subito un filetto al pepe verde!
(68) Se lei è un poliziotto, mi mostri subito la sua tessera di
riconoscimento!
Il meccanismo è lo stesso illustrato sopra, ma con un passaggio logico in
più: se la sfida non viene raccolta, ciò significa che lo sfidato non è in
grado di realizzare il contenuto proposizionale dell'apodosi, e che quindi
non si trova nelle condizioni ipotizzate dalla protasi.
Un'altra possibilità è costituita dall'uso di un'apodosi interrogativa, che
presupponga un contenuto proposizionale in contrasto con quello della
protasi:
(69) Se ha preparato per tre mesi questo esame, perché non sa rispondere ad
una domanda così semplice?
Lo scopo dell'apodosi interrogativa non è principalmente quello di ottenere
una risposta, quanto quello di comunicare che il candidato «non sa
rispondere ad una domanda semplice», e che (quindi) «non si è preparato per
l'esame».
Un costrutto «bi-affermativo» presenta invece come contenuti proposizionali
della protasi e / o dell'apodosi fatti comunemente noti come veri, che
fanno parte delle conoscenze comuni condivise, e sono quindi «presupposti
pragmaticamente». Proprio per questo possono comparire solo con concordanza
all'indicativo (il valore semantico della combinazione «congiuntivo-
condizionale» è infatti la segnalazione della «possibile falsità» dei
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